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DATO STATISTICO E PREVENZIONE
Nella consueta relazione annuale tenuta a Palazzo Montecitorio Il 5 luglio 2017, il Presidente dell’INAIL, nell’illustrare l’andamento del fenomeno degli infortuni sul lavoro, ha sottolineato il trend positivo di infortuni professionali e decessi ad essi correlati nel periodo di osservazione dal 2012 al 2016; il Presidente ha indicato, per il 2016, una riduzione degli infortuni con esito mortale del 12,7% rispetto al 2015 e di circa il 25% tra il 2012 ed il 2016.
Conoscendo la grande difficoltà di fornire dati attendibili in un ambito così particolare e statisticamente ricco di fattori di confondimento, si è voluto verificare, utilizzando la banca dati INAIL, l’andamento infortunistico, non tanto come dato “grezzo”, quanto il valore della sua incidenza sulla forza lavoro attiva, essendo, ovviamente, strettamente influenzato dalla variabilità del numero di ore lavorate.
Per l’analisi sono stati valutati due gruppi di dati relativi ad infortuni in generale: il dato infortunistico globale e quello relativo agli infortuni mortali escludendo, in ambedue, gli infortuni in itinere.
Sulla base dei dati di ISTAT e INAIL in tabella si è calcolata l'incidenza:
2012 2013 2014 2015 2016 2017*
Media annua
Lavoratori attivi
(dati ISTAT) 22.566.000 22.191.000 22.279.000 22.465.000 22.758.000 23.000.000
Infortuni sul lavoro
esclusi in itinere
(dati INAIL) 651.443 595.717 567.263 541.639 543.494 472.000*
Incidenza 2,88% 2,68% 2,54% 2,41% 2,39% 2,73%
Infortuni mortali
esclusi in itinere
(dati INAIL) 1067 911 885 965 816 769*
Incidenza 0,0047% 0,0041% 0,0040% 0,0043% 0,0036% 0.0046%
*dati al 30/09/2017
Si osserva che per gli infortuni l'incidenza sulla forza lavoro presenta una riduzione nel 2013 rispetto al 2012 del 7,5%, nel 2014 rispetto al 2013 del 5,5%, nel 2015 rispetto al 2014 del 5,4% ed una trascurabile riduzione del dato nel 2016 rispetto al 2015.
Per gli infortuni mortali si desume che l'incidenza sulla forza lavoro presenta una riduzione nel 2013 rispetto al 2012 del 15%, una flessione del 2.5% nel 2014 rispetto al 2013, nel 2015 rispetto al 2014 si ha invece un'inversione di tendenza con un aumento del fenomeno del 7% e nel 2016 rispetto al 2015 di nuovo una riduzione del 19%.
Particolare attenzione meritano invece i dati, seppur parziali, del 2017: infatti, qualora i valori riferiti al 30 settembre si confermassero anche nell’ultimo trimestre, avremmo un’incidenza del 2.73% per gli infortuni in generale con un aumento del 12% rispetto al 2016 e per gli infortuni mortali si registrerebbe un’incidenza dello 0.0046% sulla forza lavoro con l’aumento di un preoccupante 21% rispetto al 2016 e che torna ad assestarsi vicino al valore del 2012
Tale andamento incostante fa rilevare, che anche eventuali trend positivi non sono necessariamente attribuibili ad una corretta ed efficace gestione del sistema di prevenzione e protezione, poiché, per poterlo affermare sarebbe necessario poter considerare una serie di fattori molti complessi: ore effettivamente lavorate, l'età media della forza lavoro, ritmi e turni e altri ancora. Si deve inoltre tener presente che in un ambiente di lavoro le misure di prevenzione e protezione dal punto di vista tecnologico sono facilmente ed oggettivamente valutabili, ma non lo sono altrettanto quelle relative all' organizzazione ed al benessere lavorativo che coinvolge anche la soggettività del lavoratore nell'essere una delle possibili cause di infortunio; per esempio si ponga attenzione ai dati sopra riportati, nel 2015, dove nonostante la riduzione degli infortuni rispetto agli anni precedenti, si registra un incremento notevole del numero degli infortuni mortali rispetto al 2014 ma anche in aumento rispetto al 2013 ed infine il dato del 2017, che se confermato, dovrebbe destare e mantenere alta l'attenzione di tutti coloro che sono coinvolti nella gestione del “sistema” in generale e delle Istituzioni in particolare.